Il 29 settembre 1961 a Morges (Svizzera), un gruppo di scienziati, naturalisti insieme a persone di diversa estrazione appassionate di natura selvatica sottoscrisse una dichiarazione volta a difendere gli ecosistemi dai cambiamenti negativi indotti dall’uomo; furono in tal modo poste le basi per la nascita del WWF Internazionale, che scelse come proprio simbolo una delle specie considerate al tempo tra le maggiormente minacciate di estinzione, il Panda.
Cinque anni dopo l’allora segretario del WWF Internazionale Fritz Voller incontrò un giovane architetto appassionato di natura – Fulco Pratesi – proponendogli di fondare il WWF Italia; e il 5 luglio 1966 il WWF iniziò in Italia le sue attività alimentato dall’entusiasmo di naturalisti, giornalisti, documentaristi e cittadini sensibili alla difesa di preziosi patrimoni ambientali e paesaggistici poco o per nulla conosciuti e meno ancora tutelati dalle leggi.
Il WWF Italia si distinse immediatamente per la concretezza delle sue azioni; appena due anni dopo dalla sua fondazione nasceva la prima Oasi – quella della Laguna di Burano in Comune di Capalbio (GR) – che rappresentò un’autentica innovazione nel panorama nazionale; era infatti il primo territorio protetto per volontà di privati cittadini (il WWF si fece carico dell’affitto dell’area), il primo rifugio – sottratto alla caccia – per gli uccelli acquatici, la prima area umida attrezzata per la visita del pubblico.
Non è possibile in poche battute riassumere le azioni che in 50 anni il WWF Italia – e la sua capillare rete territoriale – hanno portato avanti; si possono ricordare brevemente alcune pietre miliari quali la campagna San Francesco e il Lupo (che ha salvato dall’estinzione questa specie fondamentale per gli equilibri ecosistemici), la campagna Il mare deve vivere (1977/79), l’acquisto di Monte Arcosu in Sardegna (ultimo rifugio del Cervo Sardo), la campagna Amazzonia (1988), l’Operazione Beniamino – che raccolse risorse utili per salvare 2000 ettari di boschi – e poi la partecipazione (dalla prima edizione del 2007) all’ Earth Hour, l’evento mondiale sull’uso consapevole della energia, proseguito con un forte impegno per il contrasto dei cambiamenti climatici con la campagna Save the Climate, Save the Humans fino all’avvio – proprio in questi giorni – della campagna Salviamo la Foresta dei Gorilla.
In questo mezzo secolo – e questa è una caratteristica peculiare del WWF Italia – è cresciuta continuamente la rete delle Oasi, che oggi conta circa 100 aree protette e fruibili, che nel complesso ricomprendono oltre 30 mila ettari degli ambienti più delicati e rappresentativi della penisola.
Al di là di questi indubbi successi, c’è ancora molto da fare per la difesa degli ecosistemi e per migliorare la qualità di vita dei cittadini; e quindi c’è sempre più bisogno dell’impegno del WWF, da sempre convinto che la qualità dell’ambiente sia una componente essenziale della qualità della vita umana, considerandoli aspetti inscindibili.
Festeggiare i 50 anni del WWF Italia non è quindi una semplice ricorrenza, bensì il rinnovo consapevole di un impegno che dovrà essere sempre più intenso; festeggiarlo nelle Oasi il prossimo 29 maggio sarà quindi un modo gioioso per affermare che saremo sempre più numerosi e sempre più attivi.
